COMMENTO
Per riassumere le nostre esperienze di tirocinio diretto alla scuola dell’infanzia abbiamo deciso di scrivere una lettera mettendoci nei panni di un/a bambino/a di cinque anni pronto/a ad entrare nel mondo della scuola primaria. L’idea è nata per unire le nostre avventure nella scuola dell’infanzia evidenziando aspetti comuni e divergenze che concorrono quotidianamente all’esperienza formativa dei bambini. La lettera all’insegnante ripercorre tappa per tappa, come l’artefatto realizzato durante il Tir1, la vita quotidiana all’infanzia a partire dall’accoglienza in sezione, alle presenze, al momento della merenda, allo spazio dedicato alle attività fino ad arrivare alla lettura, estrapolando tutte le buone pratiche che abbiamo portato con noi e che riteniamo preziose.
Riteniamo che la routine sia fondamentale e importante per il bambino, in quanto così percepirà l’ambiente più comprensibile e gli si permetterà di interiorizzare lo schema della giornata, in particolare, ciò che viene prima e ciò che viene dopo. Inoltre, in questo modo il bambino aumenterà la sua autonomia, imparando a muoversi in maniera sempre più indipendente. Infatti, durante la nostra discussione è emerso che se un giorno l’insegnante si dimenticava un passaggio che solitamente veniva fatto durante la giornata, per esempio andarsi a lavare le mani la mattina appena arrivati, era il bambino stesso a ricordare che doveva farlo.
Tutte noi abbiamo notato come la conta e l’enumerazione costituissero una parte essenziale della routine, per esempio nel momento delle presenze. I bambini e le bambine, a partire dai tre anni, contavano più volte al giorno i presenti e gli assenti allenando e potenziando così la loro competenza logico-matematica.
Inoltre, abbiamo potuto osservare come giornalmente, anche durante la merenda, le insegnanti valorizzassero le parole cosiddette “gentili” in modo da rafforzare la competenza socio-relazionale e accompagnare i bambini verso una prima educazione civica.
Ognuna di noi ha anche potuto assistere a delle importanti pratiche volte alla costruzione dell’autostima e della fiducia in sé stessi, valorizzando ciascun bambino e ciascuna bambina e scoprendo in loro una moltitudine di talenti e attitudini.
In aggiunta, con molto piacere, in tutte le scuole dell’infanzia abbiamo notato quanto venisse favorita un’esperienza formativa a 360°, che comprendesse dunque attività indoor, ma anche outdoor, con manipolazione e scoperta diretta da parte degli alunni.
Abbiamo anche notato come il continuo collegamento con la realtà esterna e con il mondo che ci circonda sia essenziale per portare la scuola anche verso l’esterno e non lasciare che sia solamente un’istituzione a parte distaccata da tutto il resto. Le insegnanti partivano da un tema attuale come, ad esempio, la pace oppure l’inquinamento e successivamente, dalle preconoscenze dei bambini, cercavano di sviluppare delle attività creative che arricchissero le loro conoscenze e che gli facessero conoscere meglio tutto quello che li circonda. Crediamo che iniziare il lavoro partendo da tematiche attuali, da cose concrete in cui i bambini possono immedesimarsi e possono già avere un’esperienza pregressa, come ad esempio vedere che ci sono molti rifiuti per terra in un sentiero del bosco o sul marciapiede di una strada oppure vedere dei simboli di pace in città, sia un ottimo modo di insegnare ed imparare, in quanto ci si rende conto che la scuola non è fine a sé stessa, ma aiuta ogni individuo a capire meglio il mondo e a diventare un futuro cittadino competente.
Nel video abbiamo specificato che esistono molte maestre nel mondo. Il nostro obiettivo in questo caso è stato sottolineare il fatto che esistono molte figure in questo ambito e che proprio per questo motivo le strategie e le attività proposte sono differenti in base alla scuola che si ha frequentato, ai talenti e agli interessi che si vogliono condividere all’interno del contesto scolastico, ma soprattutto in base alle esigenze e ai bisogni dei bambini e delle bambine che ci si può trovare davanti.
All’interno della lettera abbiamo evidenziato che alcune maestre prendono del tempo per chiedere ogni mattina ai bambini di lasciare un loro segno in sezione, per segnalare la loro presenza. Dai racconti dell’esperienza di una di noi è emerso che, nella scuola dell’infanzia in cui ha svolto tirocinio, i bambini erano chiamati appena entrati in sezione a prendere la loro fotografia disposta su un tavolino e appenderla su una linea. I bambini, dunque, oltre a riuscire ad appendere la fotografia con l’aiuto di una piccola molletta, dovevano disporsi in una linea temporale (da 1 a 20) in base all’ordine di entrata a scuola. Si tratta di un’attività che aiuta gli alunni a comprendere quali compagni siano assenti e soprattutto risulta essere una base utile e stimolante per immergersi lentamente nel mondo dei numeri.
Inoltre, all’interno della nostra discussione ci siamo rese conto di quanto differenti possano essere le modalità di lavoro all’interno delle varie scuole e sezioni. In un caso, infatti, i bambini e le insegnanti lavorano secondo metodi ben precisi e soprattutto differenti dal solito, basati su laboratori didattici in cui ciascuno ha la possibilità di mettere alla prova le proprie abilità. Questo non fa altro che garantire a tutti un’occasione non solo di apprendere competenze nuove, bensì anche di conoscersi da punti di vista diversi, di relazionarsi in prima persona con materiali e tecniche innovative, ma anche con i propri compagni.
Sicuramente è risultato interessante anche per noi tirocinanti, con esperienze così diverse tra loro, renderci conto di quanto diversificate possano essere le interazioni con i bambini e di conseguenza di come anche noi, in futuro, non ci dobbiamo limitare e scoraggiare, ma credere in noi stesse e ricordarci l’effettiva potenzialità degli alunni.
Un altro aspetto molto interessante è stato quello degli incarichi affidati agli alunni ciascuna settimana. Infatti, in alcuni casi abbiamo notato l’importanza che viene data a questo lavoro, al lavoro che ognuno ha l’onore e soprattutto la voglia di rispettare ogni giorno, proprio perché rappresenta la grande fiducia che le insegnanti ripongono in loro. Può sembrare magari banale, ma in realtà ricevere un compito da portare a termine, per i bambini non è altro che un modo efficace e soddisfacente di farsi notare e rispettare per le proprie competenze e abilità. Ogni alunno in sezione sa di essere all’altezza, non si scredita né dubita, proprio perché si rende conto della stima che l’adulto ripone in lui, e di conseguenza è il primo a voler conseguire quanto richiesto. Confrontandoci, quindi, abbiamo notato che anche in questo caso sarebbe interessante poter vedere applicate queste pratiche un po’ ovunque, in quanto i risultati ottenuti sono a dir poco appaganti, sia per gli alunni che per le insegnanti.